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1959-1970

Un esempio raro di geometria organica. Il suo dipinto si realizza all’interno di una formidabile dialettica tra visione fantastica e controllo razionale dello sviluppo delle forme
(Italo Tomassoni)

Senza proporre violenze, urti lacerazioni improvvise Giuli tende, come direbbe Gunther Anders, ad una partecipazione tecnologica attenta e rigorosa. Particolari di motori, ingranaggi, guarnizioni, ruote, accordati insieme o isolati, composti con equilibrio attraverso una elaborazione accurata ed una indubbia perizia grafica, sono animati da una vis cinetica che tende sempre di più ad espandersi seguendo un ritmo preciso, e vengono collocati in uno spazio di memoria neoplastica dagli accordi frequenti di bianchi ora velati ora sommessi, con qualche improvvisa accensione
di rossi e gialli cadmio.

(Luigi Dania)

Giuli esalta la civiltà delle macchine ed eleva un simulacro poetico ad esse; ad esse che costituiscono le nuove icone della civiltà tecnologica, il nuovo mito quotidiano, il rinnovato patrimonio spirituale ed immaginifico. Giuli esalta la macchina situandola in un luogo senza tempo, in una specie di eden sidereo, togliendola dal suo contesto alienante e dissociatorio. E questa macchina non è più un oggetto gigantesco e mostruoso bensì un giocattolo carezzevole e docile che ci permette di fantasticare e di giocare con la nostra nevrosi. Il suo segno e il suo colore acquistano valori simbolici in spazi che riprendono e traducono nuove cadenze spaziali in chiave anche liberty.

(Giancarlo Politi)